venerdì 15 febbraio 2013

Indignata,ora.

In punta di penna.
So di non scrivere niente di nuovo, di non vivere queste cose solo sulla mia pelle, anzi, di essere stata per tanto tempo una semplice spettatrice di un periodo buio, sempre di più.
Se ormai uno degli slogan più in voga è "se non ora quando", ecco, io dico ora: ora sono indignata,arrabbiata e delusa e se ancora qualcuno non lo ha capito, ecco qui il mio sfogo, disordinato e di getto.
Sono arrabbiata perchè vedo adulti stare male e perdere il lavoro e con lui l'orgoglio di poter mantenere e proteggere la loro famiglia.
Sono arrabbiata perchè vedo giovani fare immensi sacrifici, in silenzio, con tenacia, senza che questi portino a niente, senza che da essi derivi anche solo un pò di benessere per sè e le persone che si amano. Forse la principale differenza con il passato è proprio questa, anche in passato di sacrifici la gente ne faceva tanti, forse anche maggiori, ma li si faceva per stare meglio e molto spesso ci si riusciva.

Sono arrabbiata perchè vedo molti amici rinunciare a scelte importanti, a cose belle, come avere figli, o averli se dopo mille complicati calcoli basati su durate dei contratti di lavoro, piccole somme che arriveranno dai genitori e spese per il bimbo, quasi che si trattasse di un elettrodomestico. Calcoli che, molto spesso, ti portano a dire "ok, aspettiamo momenti migliori". Se verranno.
Sono arrabbiata perchè ci dicono di non essere choosy in un periodo in cui nessuno lo è più da tempo, in cui la questione non è più scegliere tra vari lavori, ma solo trovarne uno che ti consenta di andare fuori di casa prima di perdere definitivamente la speranza di riuscirci.
Sono arrabbiata perchè non vedo più, quasi da nessuna parte, il rispetto dei principi che dovrebbero fondare il nostro Paese, tra cui il diritto ad un lavoro dignitoso che ci consenta di vivere altrettanto dignitosamente, perchè non si vive di solo lavoro, ma oggi, più di ieri, senza di quello non si vive affatto.
Sono indignata che dopo anni di studio e di sacrifici (perchè stare a casa a studiare, davvero, non è una passeggiata, anzi è un sacrificio enorme), ti offrano lavori non solo sottopagati, ma spesso offerti come una sorta di elemosina, come se chi te lo offre non si ricordasse più di essere stato giovane anche lui.
Sono arrabbiata perchè alla spensieratezza della nostra età (anche se dovrebbe esserlo di tutte le età), si è sostituita l'ansia, ma ancor peggio la rassegnazione, sentimento che più di altri impedirà che le cose cambino, se va avanti così.
Sono indignata di sentire che per la nostra generazione sia impensabile avere un mutuo o un prestito senza che a garantire per noi siano i nostri genitori, come se non avessero fatto già abbastanza per noi e come se noi non dovessimo mai riuscire a diventare veramente adulti, affrancandoci da una famiglia che deve supportarci più di quanto sia giusto.
Sono arrabbiata perchè sento di persone che all'improvviso non vengono più pagate pur continuando a lavorare, senza un preavviso e senza delle scuse, tanto si sa, c'è sempre qualcuno che prenderà il tuo posto.
Sono indignata perchè sotto sotto chi dovrebbe risolvere qualcosa non sa nemmeno quanto grave sia la situazione, vivendo in mondo ovattato e talmente diverso dal nostro, da interpretare solo il ruolo di chi queste cose le vive davvero.
Sono arrabbiata perchè ormai i nostri sono diventati sogni a tempo, forse gli unici ad essere ancora a tempo indeterminato, accantonati per chi sa quanto,fino a cambiare,a ridursi, per alcuni a svanire.
Sono indignata con chi ci dice che la situazione è così perchè produrre qui in Italia è diventato troppo caro, siamo tutti troppo esigenti, suggerendo di andare a produrre in Paesi in cui il concetto di dignità del lavoratore (oltre che di sicurezza) non è stato nemmeno inventato.
Sono arrabbiata con chi ci dice che prima o poi questo passerà, perchè per noi sarà passato anche il nostro  tempo, un treno che non tornerà e che forse, sarà preso da altri, più giovani di noi quando tutto sarà finito.
Sono arrabbiata con chi ci dice di non avere pretese perchè in fondo i loro desideri sono stati esauditi, mentre i nostri dovremmo chiuderli in un cassetto e senza brontolare, per favore.
Sono indignata. Ecco,mi sa che si è capito. 
Noi giovani, costretti a definirci ancora tali perchè questa è la vita che viviamo, per forza di cose, dovremmo essere indignati ed arrabbiati perchè, anche se può sembrare inutile, è l'unica cosa che possiamo fare, l'unica cosa che non ci farà arrendere, l'unica che cosa che ci fa ancora sperare che un giorno potremo dire "stasera ci vediamo a casa,mia".

Nessun commento:

Posta un commento